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La tranquillità di fare acquisti e-commerce

Il codice sicurezza e-commerce è il codice personale che ti potrebbe essere richiesto per alcuni acquisti e-commerce. Lo imposti su Inbank web per ogni tua carta prepagata rendendo ancora più sicuri gli acquisti online.

Ora è possibile impostare l’autorizzazione rapida delle operazioni e-commerce 3DS da Inbank app. In questo modo l’autenticazione delle operazioni sarà immediata in quanto avverrà attraverso viso, impronta o pin rapido.

L’autenticazione 3DS verrà richiesta solo per alcuni acquisti e-commerce: è pertanto importante attivare l’autenticazione rapida da Inbank app e ricordare il codice di sicurezza e-commerce per poterli avere a disposizione durante gli acquisti che richiederanno tale autenticazione.

Nel caso di impostazione dell’autorizzazione rapida da Inbank app, il codice di sicurezza e-commerce sarà richiesto solo se l’operazione non viene autenticata da Inbank app entro 60 secondi.

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  • 14 Febbraio 2023
  • News

Nuove regole Europee in materia di insolvenza

Dal 1° Gennaio 2021 Credito Lombardo Veneto applica le nuove regole europee in materia di classificazione della clientela inadempiente.

Introdotta dall’Autorità Bancaria Europea per uniformare i comportamenti degli istituti di credito dei paesi dell’UE, la nuova normativa stabilisce criteri e modalità più restrittive in materia di classificazione a default rispetto a quelli finora adottati.

CONSEGUENZE NUOVE REGOLE

Con le nuove regole, dal 1° gennaio 2021, anche solo uno sconfinamento di conto corrente, al di sopra delle nuove soglie stabilite per le persone fisiche, le PMI e le imprese, può comportare il passaggio a default di tutte le tue esposizioni nei confronti di Credito Lombardo Veneto e potrebbe rendere più difficile l’accesso al credito e la concessione di nuovi finanziamenti.

PRINCIPALI NOVITÀ

Fino a dicembre 2020
La banca classifica il cliente a default al verificarsi di un ritardo continuativo superiore a 90 giorni nel pagamento di capitale, interessi o commissioni per un importo che rappresenti almeno il 5% del totale delle esposizioni del cliente verso la banca

Con le nuove regole
La banca classifica il cliente a default in caso di arretrato di pagamento di capitale, interessi o commissioni per un importo superiore ad entrambe le seguenti soglie per oltre 90 giorni consecutivi:

  • in termini assoluti: euro 100 per le esposizioni al dettaglio (Persone Fisiche e PMI – classificate “retail”) ed euro 500 per le altre esposizioni;
  • in termini relativi: 1% dell’importo complessivo di tutte le esposizioni del cliente.

Fino a dicembre 2020
Ai fini della determinazione dell’ammontare scaduto e/o sconfinante, le Banche effettuano la compensazione, su base giornaliera, delle esposizioni scadute e sconfinanti su determinate linee di credito con eventuali margini disponibili su altre linee di credito concesse alla medesima controparte.

Con le nuove regole
La normativa non consente più la compensazione. Le Banche saranno tenute a classificare il cliente a default anche in presenza di disponibilità su altre linee di credito non utilizzate.

Fino a dicembre 2020
Una controparte esce dalla classificazione di scaduto e/o sconfinante deteriorato per tornare performing nel caso in cui, a seguito del pagamento degli arretrati, venga meno lo scaduto e/o sconfinamento superiore ai 90 giorni o il rapporto tra l’importo scaduto e/o sconfinante e l’importo complessivo delle esposizioni creditizie vantate dalla Banca verso la medesima controparte scenda al di sotto della soglia di materialità del 5%

Con le nuove regole
Una controparte esce dalla classificazione di scaduto e/o sconfinante deteriorato per tornare performing nel caso in cui, per almeno 3 mesi, l’eventuale scaduto/sconfino relativo alla posizione risulta non aver mai superato contemporaneamente le soglie di materialità assoluta e relativa.

Fino a dicembre 2020
Non sono previsti automatismi di contagio del default nel caso di obbligazioni congiunte (c.d. “cointestazione”) verso i cointestatari (e viceversa) o nel caso di default di una società di persone verso i soci illimitatamente responsabili per le obbligazioni della stessa

Con le nuove regole
Nel caso di obbligazioni creditizie congiunte (es. le cointestazioni in cui due o più debitori sono solidalmente responsabili per il rimborso delle stesse), il default di un debitore non si estende automaticamente anche alle cointestazioni. Nel caso in cui tutti i debitori esposti in maniera congiunta siano classificati in stato di default, anche l’obbligazione congiunta è automaticamente considerata in default; analogamente, qualora l’obbligazione congiunta sia classificata in stato di default, anche le obbligazioni di tutti i singoli debitori sono considerate in default se la stessa risulta rilevante rispetto al complesso delle esposizioni del singolo cointestatario.

Con riferimento al default di una Società di persone, il contagio si applica automaticamente alle esposizioni verso i soci illimitatamente responsabili per le obbligazioni della stessa

Fino a dicembre 2020
Non è prevista la classificazione automatica a default in caso di rinegoziazione del debito dovuta a difficoltà finanziaria della controparte (c.d. “misura di forbearance”)

Con le nuove regole
È richiesta la classificazione obbligatoria della controparte in stato di default nel caso in cui un’eventuale rinegoziazione del debito dovuta a difficoltà finanziaria della stessa (c.d. “misura di forbearance”) comporti per la Banca una perdita maggiore dell’1%

CONTESTO NORMATIVO

Dal 1° gennaio 2021 Credito Lombardo Veneto applicherà le nuove regole europee in materia di classificazione di un cliente inadempiente rispetto a un credito concesso dalla banca (cosiddetto “default“), declinate dall’Autorità Bancaria Europea (EBA) nella seguente normativa di riferimento e recepite a livello nazionale dalla Banca d’Italia:

  • Regolamento dell’Unione Europea del 26 giugno 2013 – n° 575 – art. 178 – introduce specifiche disposizioni sul default di un debitore
  • Regolamento delegato dell’Unione Europea n. 171 del 19 ottobre 2017 – definisce i criteri per fissare la soglia di rilevanza, a cui si dovranno attenere le autorità di vigilanza
  • Raccomandazione della Commissione Europea 2003/361/CE del 6 maggio 2003 – definizione di Piccola e Media Impresa
  • Linee Guida EBA/GL/2016/07 – Orientamenti EBA sull’applicazione della definizione di default ai sensi dell’articolo 178 del regolamento (UE) n. 575/2013

La nuova disciplina, nota come “Nuova Definizione di Default”, stabilisce criteri e modalità più stringenti rispetto a quelli a oggi in uso, con l’obiettivo di armonizzare le regole a livello comunitario.

  • 12 Maggio 2021
  • News

Comunicato Stampa N. 24

La banca Credito Lombardo Veneto SpA rende noti i principali dati di bilancio al 31 dicembre 2020 approvati dal Consiglio di Amministrazione.

  • 28 Aprile 2021
  • News

Aggiornamenti 2021 sul Fondo Garanzia alle PMI

Nella Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2020 è stata pubblicata la legge di Bilancio 2021 (legge n. 178 del 30 dicembre 2020). Ampio il ventaglio di interventi in materia di lavoro, fiscale e di sostegno alla liquidità e allo sviluppo delle imprese. A seguire riportiamo le novità in tema di disciplina straordinaria del Fondo garanzia PMI e Nuova Sabatini.

Per eventuali approfondimenti, segnaliamo i seguenti link:

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/12/30/20G00202/sg

https://www.fondidigaranzia.it/wp-content/uploads/2020/12/20201231_Circolare-N.24-2020_Proroga-e-modifiche-misure-DL-Liquidita%CC%80.pdf

Disciplina straordinaria del Fondo garanzia PMI:

  • comma 244: viene prevista la proroga fino al 30 giugno 2021 della disciplina straordinaria del Fondo Garanzia PMI, di cui all’articolo 13, comma 1, del decreto Liquidità (D.L. 23/2020), prevedendo che dal 1° marzo 2021 e fino al 30 giugno 2021, le mid-cap (imprese con un numero di dipendenti non inferiore a 250 e non superiore a 499) non potranno più accedere alle garanzie del Fondo, ma saranno ammesse alla garanzia SACE alle condizioni agevolate offerte dal Fondo centrale (garanzie a titolo gratuito e fino alla copertura del 90% del finanziamento, per un importo massimo garantito fino a 5 milioni di euro, o inferiore, tenuto conto dell’ammontare in quota capitale non rimborsato di eventuali finanziamenti assistiti dalla garanzia del Fondo di garanzia PMI);
  • comma 216: i finanziamenti fino a 30.000 euro garantiti al 100% dal Fondo previsti dall’articolo 13, comma 1, lettera m), possono avere una durata non più di 10 ma di 15 anni; ai sensi del comma 217 il soggetto beneficiario dei finanziamenti già concessi può chiedere il prolungamento della loro durata fino alla durata massima di 15 anni, con il mero adeguamento della componente Rendistato del tasso d’interesse applicato, in relazione alla maggiore durata del finanziamento;
  • comma 218: prevede una modifica al criterio di calcolo del tasso di interesse, stabilendo che il tasso non deve essere superiore allo 0,20% aumentato del valore, se positivo, del Rendistato con durata analoga al finanziamento.
  • comma 213: si consente alle società di agenti in attività finanziaria, alle società di mediazione creditizia, nonché alle società disciplinate dal Testo Unico bancario che svolgono le attività contrassegnate dal codice ATECO 66.21.00, ovvero le attività di periti e liquidatori indipendenti delle assicurazioni, di accedere fino al 30 giugno 2021 alla moratoria straordinaria per le PMI di cui all’articolo 56 del decreto Cura Italia e all’intervento straordinario del fondo centrale di garanzia PMI di cui all’articolo 13, comma 1, lettera m) del decreto Liquidità.

Nuova Sabatini:

i commi 95 e 96 agiscono sulla disciplina della “Nuova Sabatini” (articolo 2 del D.L. n. 69/2013), semplificando ulteriormente l’accesso alla misura, estendendo a tutte le domande l’erogazione in un’unica soluzione del contributo statale, finora prevista, a seguito della modifica apportata dal decreto Semplificazioni (D.L. 76/2020, articolo 39, comma 1), per i soli finanziamenti di importo non superiore a 200.000 euro.

  • 11 Gennaio 2021
  • News

La gestione del rischio nella supply chain

RISE, CRE.LO.VE, ANRA e ADACI si sono riuniti presso il Collegio Universitario Luigi Lucchini per tirare le fila di un tema complesso.

Si è chiuso con successo l’evento organizzato il 29 maggio a Brescia dal laboratorio RISE sul tema della gestione del rischio nelle filiere produttive.

Grazie alla collaborazione con il Credito Lombardo Veneto, con ANRA (associazione nazionale dei risk manager) e ADACI (associazione italiana dei direttori acquisti e supply chain) la sala è stata popolata da imprenditori e da professionisti del settore.

Dopo il benvenuto del Prof. Perona (Direttore del Rise), Paola Radaelli (Vice Presidente ANRA) ha introdotto l’argomento spiegando quale sia la complessità da gestire e i rischi ad essa connessi, in un mondo sempre più globalizzato.

Di Seguito Sergio Baccanelli di IQ Consulting e Andrea Braggion (Direttore Acquisti di FIAMM) hanno illustrato una metodologia di valutazione del rischio di interruzione delle forniture, sviluppata da RISE e la sua applicazione reale in un ambito estremamente delicato, quale quello automotive.

Quindi è stata affrontata la tematica dei rischi connessi ai progetti di investimento a cura di Dario Morandotti di IQ Consulting coadiuvato, in collegamento da Roma, da Paolo Cecchini dI Ericsson.

Hanno chiuso l’evento il Prof. Belloni del Politecnico di Milano e il Dott. Simonini, direttore generale del Cre.Lo.Ve, parlando delle modalità e degli strumenti disponibili per valutare la solvibilità di un cliente.

Positivi i commenti dei presenti, nonostante l’ampiezza della tematica, che non può considerarsi esaurita durante un convegno pomeridiano, ma che richiede e richiederà una sempre maggiore attenzione da parte delle aziende, attraverso l’adozione di adeguati strumenti e l’introduzione di specifiche professionalità in grado di governare i rischi.

  • 30 Maggio 2019
  • News

Notify: un filo diretto con la tua Banca!

E’ nata la nuova App Notify, da oggi puoi tenere sotto controllo le principali operazioni bancarie attraverso la ricezione di notifiche e gestire funzioni specifiche per la sicurezza del tuo denaro.

Devi solo registrarti con il tuo numero di telefono cellulare per ricevere da subito gli avvisi, inviati dalla tua utenza Inbank, come notifiche app e non più come SMS. La gestione dell’invio delle comunicazioni è facilmente gestibile dall’app: ad esempio puoi riattivare la ricezione SMS se ti trovi all’estero o se la connessione dati e wi-fi non è attiva.

GESTISCI:
– blocco / sblocco dell’utenza Inbank
– blocco / sblocco di pagamenti Inbank (bonifici SEPA, estero e stipendi)
– blocco notifiche via app per poter ricevere nuovamente gli avvisi via SMS
– disabilitazione definitiva del numero per la ricezione delle notifiche via app (riattivazione della ricezione via SMS)

RICEVI AVVISI:
– disposizioni Inbank – accessi Inbank

Notify è disponibile per dispositivi Android e iOS, per utilizzarlo è necessario che il servizio ALERTsms sia abilitato sulla propria utenza bancaria.

Scarica la locandina PDF 

  • 12 Settembre 2018
  • News

Assemblea ABI luglio 2018

Relazione del Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli

LE BANCHE PER LA RIPRESA

Le banche in Italia stanno facendo grandi sforzi e progressi per la ripresa, hanno fortemente rafforzato le loro solidità patrimoniali con addirittura 70 miliardi di aumenti di capitale e ancor più colossali continui prudenziali accantonamenti anche per far fronte ai costi della decennale crisi che in Italia è stata più intensa, come ha rilevato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.

Le sofferenze, al netto degli accantonamenti, sono ridotte a circa 50 miliardi rispetto ai 90 del picco del 2015.
I crediti deteriorati netti sono 135 miliardi rispetto ai 200 di giugno 2015. Proseguiamo in questi sforzi.

Però ogni aumento dello spread impatta su Stato, banche, imprese e famiglie, rallentando la ripresa
I prestiti a famiglie e imprese incrementano di oltre il 2% su base annua. Aumentano anche nel Mezzogiorno che ha bisogno di strategie di più forte sviluppo che utilizzino i tassi infimi che sono un’occasione storica per famiglie e imprese.

Le banche in Italia hanno affrontato le crisi bancarie sopportando alti costi: circa 12 miliardi per i salvataggi e per nuovi fondi europei e nazionali di garanzia.
Chiediamo che le norme dispongano che ciascuna banca debba contribuire ai Fondi di garanzia di cui può teoricamente usufruire e non ad altri.

Stiamo favorendo una nuova fase di ripresa di produzioni e occupazione. Le innovazioni nel mondo bancario italiano si sviluppano e continueranno con velocità molto elevata, con una rivoluzione tecnologica, culturale e metodologica che sta facendo competere le migliori con le più efficienti d’Europa.
Le banche costruiscono l’avvenire nel pluralismo competitivo, con scelte d’impresa orientate a fornire a ciascuno libertà e responsabilità di preferire di volta in volta prodotti e servizi, con sempre più nuove tecnologie e senza cadere nell’errore (fatale all’inizio del Novecento) di mitizzare le macchine a scapito delle persone e delle libertà.
Le tecnologie offrono nuovi spazi di libertà e nuovi rischi: occorre cogliere positività e potenzialità delle innovazioni e non arrendersi mai di fronte ai rischi verso la sicurezza e le libertà.

Efficienza e garantismo, fintech e diritto debbono procedere assieme.
La concorrenza fra le banche è anche in qualità, sicurezza e libertà di scelta nei servizi, in completezza e chiarezza delle informazioni.
Le regole dello Stato costituzionale di diritto debbono applicarsi ugualmente al mondo reale e a quello virtuale.
L’innovazione non deve mai andare a scapito della legalità.
Le banche sono all’avanguardia per la legalità contro tutte le forme di riciclaggio, connessione di tanti reati.
La nuova frontiera dei diritti civili è anche l’impegno per la tutela dei dati personali contro intrusioni illecite e rischiose per le libertà, affinché la globalizzazione non sia anarchia planetaria a scapito dei diritti umani e civili.
Fintech, investimenti e nuovi soggetti, mercato e certezza del diritto, concorrenza leale e garantita da norme e Vigilanza, sono interconnessi e rappresentano sfide innanzitutto culturali e di metodo.

L’OCCIDENTE DOPO LA GRAVE CRISI

La grave crisi ha profondamente colpito l’Occidente che, con realismo e lungimiranza, deve compiere analisi più approfondite.
Occorre avere lo sguardo più lungo, porsi nuovi obiettivi di sviluppo economico, sociale e civile che concretizzino progetti di crescita e diano nuove speranze innanzitutto ai giovani, battendo il pessimismo preconcetto e la rassegnazione.

La crisi ha interrotto il prospero dopo guerra fredda, il ventennio 1989- 2008.
Non ci sono più le certezze di crescita continua e le prospettive di maggiore prosperità che l’Occidente ha rappresentato.

La crisi ha fatto perdere fiducia verso e nell’Occidente che è divenuto insicuro perfino dei suoi principi.
Sorgono nazionalismi nelle più varie forme, anche fra popoli che nel Novecento furono soggetti a più dispotismi e dove i sogni di libertà e prosperità venivano identificati nell’Occidente e nell’Europa libera. Vengono messi in discussione i principi e le regole della società aperta, del mercato libero, regolato e competitivo.

Questi disorientamenti e conflitti hanno origini nelle problematiche economiche e sociali che si sono trasformate anche in malattie morali, in crisi d’identità che colpiscono l’Occidente e vedono anche forti diversità normative innanzitutto in economia.

Oltre Atlantico sta prevalendo un protezionismo neo isolazionista, mentre l’Europa vive rischi di disgregazione anche superiori a quelli di Brexit.

Occorre tener conto delle strategie degli USA che hanno internamente intrapreso una nuova stagione di riduzione (in parte anche eccessiva) della regolamentazione anche per favorire il credito alle piccole e medie imprese, mentre in Europa si continua ad incrementare una dettagliatissima regolamentazione per le banche e le assicurazioni: nel 2017 sono state emanate ben 1.509 norme di diritto europeo e nazionale, considerando tutte le fasi normative, circa sei al giorno lavorativo, in incremento rispetto alle 1.247 del 2016.

Le direttive di Basilea debbono essere identiche e uniformemente applicate in tutto l’Occidente per assicurare nuovi equilibri fra stabilità e crescita, con pubblici esami preventivi d’impatto per ogni regola.
La lunga crisi non deve far ripiegare l’Occidente dai suoi principi di crescenti libertà civili, economiche e sociali, di prosperità e certezza del diritto.

L’EUROPA E L’UNIONE BANCARIA

Da anni sosteniamo che l’alternativa è fra nuova Europa e neo nazionalismo.
Occorre una svolta nell’Unione Europea con obiettivi ambiziosi di crescita che la riguardino tutta.

“L’Europa -sostiene giustamente anche il programma del Governo della Repubblica Federale Tedesca- combina integrazione economica e prosperità con libertà, democrazia e giustizia sociale…..Un’Europa forte e unita è la migliore garanzia per un futuro di pace, libertà e prosperità……L’Unione ha bisogno di un rinnovamento e di un nuovo inizio: vogliamo un’Europa della democrazia e della solidarietà. Vogliamo approfondire la coesione europea sulla base dei valori democratici e costituzionali a tutti i livelli e rafforzare il principio della solidarietà reciproca”.

La BCE di Mario Draghi ha garantito assai bassi tassi che, penalizzando le banche, hanno favorito la ripresa e salvato la Repubblica nella gestione del debito pubblico il cui peso, altrimenti, sarebbe caduto fiscalmente drammaticamente sulle imprese e sulle famiglie italiane.

Il ritorno a politiche monetarie tradizionali sarà comunque con tassi proporzionati alla solidità dell’Euro.
In Italia, per diminuire la pressione fiscale, si deve ridurre il debito pubblico.

Il peso maggiore della crisi l’hanno sostenuto le banche, compresse dalla crisi, da tassi infimi e da norme in continuo mutamento, talvolta anche da eccessi di burocratizzazione che non servono all’Europa.

La scelta strategica deve essere di partecipare maggiormente all’Unione Europea impegnando di più l’Italia nelle responsabilità comuni, anche con un portafoglio economico nella prossima Commissione Europea. Altrimenti l’economia italiana potrebbe finire nei gorghi di un nazionalismo mediterraneo molto simile a quelli sudamericani.

In questa primavera, in Argentina, il tasso di sconto ha perfino raggiunto il 40%. Con la Lira italiana, negli anni Ottanta, il tasso di sconto fu anche del 19%.
Occorre una nuova spinta per un’Unione bancaria con regole identiche, con Testi unici di diritto bancario, finanziario, fallimentare e penale dell’economia e con coerenza fra regole contabili e prudenziali.

Occorre superare le contraddizioni a cui sono soggette le banche che debbono operare come banche d’Europa, con la Vigilanza unica, e contemporaneamente come banche con ancora nazionali e diversi diritti bancari, finanziari, fallimentari, penali dell’economia e soggette alla concorrenza dei diritti tributari.

La concorrenza in Europa si basa molto anche sulla produttività della giustizia civile.
La concorrenza è indispensabile e necessita di regole identiche in Europa, con uguali punti di partenza, altrimenti diviene conflitto.

Questi testi unici sono molto urgenti e possono anche favorire la riduzione e la condivisione dei rischi per la realizzazione del “terzo pilastro”.
Le regole per la solidità delle banche debbono essere inserite in una maggiore stabilità e certezza del diritto, anche prospettica, debbono essere frutto di preventive convergenze fra le diverse Istituzioni e Autorità europee e debbono rappresentare equi presidi per prevenire ogni rischio e non complicare i fattori di ripresa dello sviluppo e dell’occupazione che debbono essere la stella polare dell’Unione Europea.

La revisione della Direttiva su risanamento e risoluzione delle banche (BRRD) deve correggerne gli errori, innanzitutto per aumentare le tutele per i risparmiatori, anche in applicazione dell’articolo 47 della Costituzione italiana.

Il MREL, requisito minimo di fondi propri e di passività utilizzabili in casi di crisi bancarie, deve essere equilibrato e coordinato con l’analogo requisito internazionale (TLAC), senza penalizzazioni per le banche europee che si rifletterebbero sull’economia tutta.

L’Europa vince tutta insieme come quando riduce gli assorbimenti patrimoniali a fronte dei prestiti a diverse categorie di imprese e realizza i bonifici istantanei che consentono, in massimi dieci secondi, di trasferire denaro tracciato nell’area unica dei pagamenti in Euro.

Apprezziamo le recenti scelte del Parlamento Europeo sui requisiti patrimoniali delle banche, fra cui i trattamenti meno gravosi per i finanziamenti alle piccole e medie imprese, per l’edilizia residenziale, per i prestiti garantiti da cessione del quinto, per la possibilità di dedurre dal capitale taluni investimenti in nuove tecnologie. Chiediamo che il Trilogo confermi presto queste scelte.

Esprimiamo apprezzamento al Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, al Presidente della Commissione economica, Roberto Gualtieri e a tutti coloro che sono impegnati per un’equilibrata Unione bancaria.

Il realismo e il metodo della ragione debbono evitare di inasprire i conflitti nell’Europa e nell’Occidente che crescerebbero se venisse imposto un assorbimento patrimoniale sulle banche per il possesso di titoli pubblici che sono riserve di liquidità bancaria.

I conflitti fra gli Stati su questi campi, prima delle banche, metterebbero in difficoltà gli Stati che hanno più debiti.
Apprezziamo che il “Comitato di Basilea” non sia intervenuto sui titoli pubblici.

L’Unione Europea deve essere più coordinata: le varie Istituzioni e Autorità non debbono sovrapporre normative come per gli NPL.
I numeri dei “tetti” dei crediti deteriorati debbono essere motivati in modo trasparente, specificando le logiche che li esprimono, e non debbono soffocare la ripresa.

L’Unione Europea è una e le fonti normative non possono essere disordinate.
La certezza, l’univocità, la proporzionalità e la semplificazione del diritto devono essere garantite anche in una complessa fase di passaggio come quella che sta vivendo l’Unione bancaria che è la più avanzata integrazione d’Europa.

LE CRISI BANCARIE IN ITALIA

Le crisi bancarie si sono sviluppate in Italia più tardi rispetto al resto dell’Occidente e sono state affrontate, il più delle volte, con le nuove regole dell’Unione Bancaria nata il 4 Novembre 2014, purtroppo senza norme transitorie.

La relazione del 12 dicembre 2017 del Direttore della Vigilanza della Banca d’Italia, Carmelo Barbagallo, alla Commissione parlamentare d’Inchiesta sulle crisi bancarie, ha chiarito i limiti del passaggio dalla sovranità nazionale nel diritto bancario, all’Unione bancaria europea.

Quei limiti sono stati gravidi di conseguenze per le altre banche italiane che hanno dovuto sostenere i forzosi costi miliardari per le risoluzioni, più

gravose degli interventi predisposti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Il mondo bancario italiano, con Atlante e col nuovo Ramo Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, ha subìto altri esborsi miliardari per prevenire ancora più gravi crisi.

La Repubblica è intervenuta in concorso in due salvataggi e con una nazionalizzazione, con un esborso complessivo fra i minori in Europa.
Le crisi bancarie in Italia hanno riguardato undici società.
Le Banche di Credito Cooperativo hanno fatto fronte ai problemi del loro mondo.

Le crisi bancarie hanno stimolato un clima spesso giacobino e pesato sulla fiducia che è premessa di sviluppo.
Con Raffaele Mattioli siamo convinti che chi tutela i risparmiatori, tutela la banca.

L’Unione bancaria deve consentire ai sistemi nazionali di garanzia dei depositi di poter effettuare interventi preventivi per banche in crisi, per evitare danni maggiori.

VOLTARE DEFINITIVAMENTE PAGINA

Per voltare definitivamente pagina, occorre sia fatta definitiva luce sulle responsabilità nelle crisi bancarie.
Le banche sane sono moralmente parte civile, avendo subito i danni dalle crisi bancarie altrui.

Abbiamo grande rispetto per la Magistratura e attendiamo, il più presto possibile, le conclusioni dei processi.
Siamo per la trasparenza sempre: perciò siamo stati favorevoli anche all’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle crisi bancarie, pur consapevoli dei suoi limiti innanzitutto temporali.

Con indipendenza culturale e metodologica e lontananza dai conflitti politici, abbiamo approfondito i documenti resi noti dalla Commissione d’Inchiesta.
Ci confrontiamo in modo razionale con ogni proposta, come quelle uscite dalla Commissione, innanzitutto col documento finale, per evitare il ripetersi di crisi bancarie che vi sono state anche nei decenni precedenti, ma affrontate non in una fase di passaggio dal diritto italiano a quello europeo.

Le cause delle crisi, da combattere giorno per giorno, sono innanzitutto azzardo morale, conflitti d’interesse, carenze di sana e prudente gestione, di trasparenza e nei controlli interni, interferenze politiche, carenze di coordinamento fra pubbliche Autorità europee e nazionali.

La Mifid 2 e i tanto da noi sollecitati KID vanno applicati sempre in pieno.
Dieci anni di crisi hanno prodotto anche disagio sociale, minori speranze e fiducia.

Bisogna indirizzare ogni energia alla ricostruzione morale ed economica, per lo sviluppo, la prosperità e la sicurezza sociale.
Le crisi bancarie debbono essere prevenute, ma talune pratiche prudenziali, come gli stress test, non debbono favorire le crisi.

Le crisi insegnano che l’autonomia delle Autorità di Vigilanza, nei confini delle leggi, è fra le principali garanzie a tutela delle imprese bancarie: la dialettica fra libertà d’impresa bancaria e Vigilanza pubblica è un equilibrio importante e complesso.

LE RIFORME IN ITALIA

L’Italia deve anche ammodernare le sue spesso vetuste normative, allineandole ai migliori standard europei.
Negli ultimi anni l’Italia ha compiuto passi avanti nelle regole del mercato. In autunno è stata approvata la riforma del diritto fallimentare del 1942: sollecitiamo l’emanazione dei relativi decreti delegati.

La fine della legislatura non ha permesso l’approvazione della riforma della giustizia civile che è prioritaria.
Anche sulla giustizia civile, negli ultimi anni, sono stati comunque fatti passi in avanti come con il nuovo processo civile telematico e con le prassi indicate dal CSM per la gestione delle procedure esecutive nei Tribunali.

I risultati iniziano a vedersi: si riducono le cause civili su “contratti bancari”, l’arretrato e i tempi della giustizia civile.
Finché l’Unione Europea non avrà gli auspicati Testi unici, la Repubblica deve impegnarsi per ammodernare le proprie normative sul funzionamento del mercato. Finché gli Stati competono anche per efficienza ed efficacia delle singole normative nazionali, l’Italia deve fare ogni sforzo di ammodernamento per incoraggiare la correttezza, l’efficienza e l’economicità dei fattori produttivi.

Utili sono le Garanzie per la cartolarizzazione dei crediti deteriorati (GACS), il “Patto marciano”, con l’intesa ABI-Confindustria per la sua applicazione, e il pegno mobiliare non possessorio (che necessita di decreto attuativo).

L’ABI collabora pienamente a ogni iniziativa sociale come le proroghe dei finanziamenti (moratorie), l’Anticipo pensionistico (APE) e i tanti accordi con le Associazioni delle altre imprese, dei Consumatori e con i Sindacati per lo sviluppo e l’occupazione, per le zone terremotate e per il Mezzogiorno.

Positive sono le esperienze di sostegno fiscale (i PIR) per i risparmi indirizzati ad investimenti produttivi: queste misure vanno ampliate anche a favore dello stabile azionariato bancario, premessa di complessiva solidità e sviluppo.

Auspichiamo si completi rapidamente la revisione dei limiti per le emissioni di obbligazioni bancarie garantite, avviata recentemente dalla Banca d’Italia.
Le Banche, consapevoli della funzione sociale del profitto, non debbono essere ostacolate nella ripresa della redditività, indispensabile per un nuovo ciclo virtuoso, per sempre cospicui accantonamenti, un’adeguata redditività per gli azionisti, giusti incentivi per chi li merita nel lavoro bancario.

LA RIVOLUZIONE BANCARIA IN ITALIA

Alle innovazioni bancarie internazionali ed europee si sono aggiunte quelle dell’Italia che lungamente aveva vissuto con leggi dirigiste.
Sul fondamento del Testo Unico Bancario del 1993, le banche sono imprese, non si deve tornare indietro, ma proseguire in analogia con le migliori pratiche europee ed occidentali.

La crisi e le tecnologie hanno rivoluzionato e continueranno a mutare il mercato bancario: rimane la necessità che la concorrenza venga tutelata anche nei mercati meno popolosi.
Il ruolo sociale delle banche non va visto solo quando vengono chiusi gli sportelli e se ne sente la mancanza.

La riduzione del numero delle banche deve essere selezione di mercato. Importanti sono le sinergie nei gruppi bancari o in società di prodotti e servizi.
Ora l’IVA di gruppo favorisce le sinergie.

Non si debbono attendere le crisi, ma prevenirle quando non vi siano prospettive di sana e prudente gestione bancaria.
Occorre ricordarsi dei diritti e degli interessi legittimi degli azionisti bancari non solo nei casi di crisi.

In Italia sono avvenuti i più forti cambiamenti d’Europa.
Con oltre sessanta milioni di abitanti, a breve l’Italia avrà solo un centinaio di gruppi bancari e banche indipendenti.
A dicembre 2017 l’Italia ha visto ridurre a circa 27 mila il numero di sportelli bancari, con tendenza a ulteriori diminuzioni, mentre crescono, con varie denominazioni, gli uffici finanziari.
I canali distributivi sono sempre più concorrenti per le libere e responsabili scelte di risparmiatori e investitori.

Di fronte alle crisi bancarie e per la ripresa, abbiamo contribuito a realizzare e abbiamo apprezzato il rispetto reciproco e la costruttività, nella dialettica, dei rapporti con i Sindacati, definendo insieme i percorsi delle ristrutturazioni basati sempre su scelte volontarie, rifiutando l’indifferenza sociale.

La costruttività è stata, è e dovrà essere un valore di fronte ai nuovi modelli di banca e in vista del nuovo Contratto Nazionale di Lavoro che dovrà incoraggiare l’efficienza e l’economicità per favorire la ripresa dello sviluppo e dell’occupazione, cogliendo ogni aspetto innovativo, guardando innanzi con lungimiranza.

L’accordo dell’8 febbraio 2017 contro le indebite pressioni commerciali è una scelta d’avanguardia del mondo bancario italiano e va applicato appieno sempre.
Il costante rispetto delle regole, la lealtà nei confronti di tutti, la collaborazione con le Istituzioni, l’impegno per l’educazione finanziaria e al risparmio, la trasparenza come valore, sono presupposti per lo sviluppo.

L’ABI

L’ABI sta realizzando la propria più importante riforma, con accentuazione anche statutaria delle finalità e riorganizzazione imperniata su Roma, sede centrale, e sulle sedi di
Milano e Bruxelles, con continui risparmi e riduzioni di quote per gli associati, con spirito di austerità e funzionalità.

L’ABI è sempre più centro di iniziative, in coordinamento con la Federazione Bancaria Europea, la Federazione Banche, Assicurazioni e Finanza, la Fondazione per l’educazione finanziaria, in stretto confronto con gli organismi di rappresentanza delle altre imprese.

In pochi mesi deve essere concretizzato il piano strategico di ABI.
Il 2019 sarà il centenario della nascita dell’ABI, avvenuta a Milano nel 1919 con “finalità d’ordine morale e materiale……per lo studio delle questioni generali e particolari che interessano le banche, la diffusione della conoscenza nel pubblico a mezzo della stampa dell’ausilio dato dalla Banca allo sviluppo dell’economia nazionale, la partecipazione ai lavori preparatori delle leggi che interessano la Banca…”.
Sempre attuali sono i moniti proprio di allora di Luigi Einaudi a non attenuare la concorrenza interbancaria e a tenere separate le banche dagli interessi delle altre imprese.
Il prossimo anno terremo l’Assemblea dell’ABI a Milano, nel centenario, e ricorderemo anche i settantacinque anni dalla Resistenza che ebbe proprio a Milano il centro dei finanziamenti favoriti da diverse banche e che vide

un banchiere, Alfredo Pizzoni, guidare il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.

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Ringrazio gli organi dell’ABI, con i quali sviluppiamo intensamente la collegialità, a cominciare da chi è stato Vicepresidente nel biennio: Ranieri De Marchis, Camillo Venesio, Marina Natale, Alessandro Falciai, Guido Rosa, Corrado Sforza Fogliani e Massimo Tononi, il Presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro Eliano Omar Lodesani, il Presidente della FEBAF Luigi Abete, Maurizio Sella che ci rappresenta negli organismi europei assieme al Direttore Generale Giovanni Sabatini, che presiede anche il Comitato esecutivo della Federazione Bancaria europea, e il personale tutto di ABI.

NUOVE PROSPETTIVE

Lontani dai velleitarismi, con realismo, concretezza, indipendenza, lungimiranza e intransigenza morale, consapevoli dei doveri e delle responsabilità, procediamo decisi con in mano la Costituzione della Repubblica, con la volontà di concorrere a meglio realizzare il sogno europeo col metodo della ragione.

Abbiamo vissuto assieme gli anni difficili della crisi, lavoriamo per la libertà e responsabilità delle imprese bancarie, per la democrazia economica con sensibilità sociali, mai rassegnati, impegnati per la crescita economica, civile e sociale, consapevoli che occorre sempre innanzitutto tutelare gli interessi legittimi dei risparmiatori e le premesse del mercato libero e regolato.

Abbiamo lavorato e lavoreremo con austera severità e forte determinazione, anche controvento quando necessita, consapevoli che l’economia è sotto ordinata all’etica, che le attività bancarie sono orientate alla tutela degli interessi legittimi e al bene comune per il progresso, con il coraggio di dire la verità e fare proposte giuste anche quando sono impopolari, salvaguardando sempre la centralità delle persone, delle famiglie e delle imprese.


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  • 13 Luglio 2018
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